Dal living all’hackerspace: come sto trasformando il mio appartamento in Colombia

La mia esperienza nei makerspace — visitati in Italia, Spagna e Colombia — unita al mio percorso da maker mi ha portato a trasformare il mio appartamento in Colombia in uno spazio dedicato non solo al lavoro, ma anche alla creatività. Creare un vero e proprio hackerspace domestico è stato per me il passo più naturale lungo questo cammino.
Creatività e organizzazione
if you can imagine it, you can make it
Negli anni ho avuto la fortuna di frequentare diversi makerspace e hackerspace, osservando modalità differenti di coltivare l’ingegno. Alcuni erano caotici, pieni di strumenti e materiali ovunque, quasi a incarnare l’energia dell’improvvisazione. Altri, al contrario, erano ordinati fino all’ossessione, con ogni componente etichettato e archiviato. Ogni spazio di lavoro riflette non solo il nostro metodo, ma anche la nostra personalità e il nostro modo di costruire e trasformare la creatività in progetto.
Creare il proprio work🛠️space non deve essere complicato o costoso; con un po’ di creatività e organizzazione, possiamo configurare un’area funzionale che ci sosterrà in ogni fase del processo creativo. Secondo “The Art of Thought” (1926) dello psicologo Graham Wallas (1858-1932), il pensiero creativo passa attraverso almeno quattro fasi: preparazione📝, incubazione🌱, illuminazione💡 e verifica🔍.

Per generare idee creative è fondamentale predisporre le condizioni giuste, in modo che la mente possa lavorare con il materiale più adatto.
Lo spazio di lavoro ha un ruolo cruciale in questo processo: può influenzare l’umore 😊, stimolare l’ispirazione 💡e favorire la concentrazione 🎯.
Io, ad esempio, cerco sempre un equilibrio tra creatività e organizzazione. Da un lato questa combinazione mi aiuta a curare i dettagli con precisione; dall’altro mi concede la libertà di sperimentare e dare forma a nuove idee.
Ogni zona di lavoro dovrebbe agevolare un tipo specifico di progetto e contenere tutte le risorse necessarie. Per esempio, se si lavora a progetti di elettronica, avere il tavolo vicino a una presa di corrente diventa una scelta pratica e quasi obbligata.
Comodità ed efficienza nell’organizzazione degli strumenti sono alleati preziosi: rendono lo spazio creativo più fluido, più ispiratore ("Hack my home: quali attrezzi comprare?E dove?", 2023). Personalizzare l’ambiente in base alle proprie inclinazioni significa trasformare il processo creativo in un’esperienza non solo più produttiva, ma anche più piacevole e stimolante. E non serve molto per iniziare: una scrivania ampia e funzionale, o un tavolo robusto e spazioso, può già diventare il punto di partenza del proprio hackerspace.

Tugó: design para todos
Sapevo che non volevo limitarmi a creare un semplice ufficio domestico: il mio obiettivo era trasformare l’appartamento in un vero e proprio hackerspace. Non solo un luogo di lavoro, ma un ambiente vivo, funzionale, accogliente, capace di accogliere i miei progetti e stimolare nuove idee.
La scelta dei mobili e dell’organizzazione degli spazi è diventata quindi parte integrante di questo percorso. Da dove cominciare per acquistare gli arredi giusti?Trovandomi in Colombia, e con l’idea futura di “hackerare” mobili per adattarli ai miei progetti, ho individuato in Tugó la soluzione ideale.

L’ho scelta anche perché si tratta di un’azienda colombiana, con una storia radicata nel territorio. Fondata nei primi anni 2000 da Santiago de Angulo e Daniel Levy, Tugó ha inaugurato il suo primo grande punto vendita a Bogotá nel 2002 e, negli anni successivi, ha ampliato la propria presenza a Medellín, Cali, Barranquilla e in altre città del Paese.
Oggi conta numerose sedi fisiche, affiancate da un canale digitale che propone esperienze innovative come modelli 3D e realtà aumentata (AR) — realizzati dai miei amici di Tangible — per visualizzare gli arredi negli spazi.
A Medellín, ad esempio, Tugó conta numerose sedi fisiche come quella del centro commerciale Arkadia, ma per comodità e rapidità ho preferito acquistare direttamente tramite il loro store online 🛒, che mi ha offerto un’ampia selezione di mobili perfetti per le mie esigenze. In questo modo ho potuto arredare il mio hacker-space con articoli che uniscono qualità, funzionalità e convenienza.
Spazio creativo in stile Japandi
Il riferimento culturale che mi ha guidato nella scelta dei mobili è stato lo stile Japandi, fusione tra l’estetica minimalista giapponese e il calore scandinavo. Linee pulite, colori naturali, materiali semplici, un ordine che non soffoca ma libera. Ma volevo che questo minimalismo non diventasse rigido: doveva convivere con la filosofia maker, con la possibilità di smontare, modificare e ripensare ogni elemento. Così mi sono orientato verso la scrivania Office Rovere, un tavolo dallo stile Japandi, caratterizzato da linee semplici e funzionali.
Le sue dimensioni (75 cm di altezza 📏, 150 cm di larghezza ↔️ e 60 cm di profondità ↕️) lo rendono ampio abbastanza per ospitare strumenti, materiali e progetti, senza però risultare ingombrante. Realizzato in Colombia con legno proveniente da foreste 100% coltivate e rivestito in melaminico, unisce solidità e durabilità a un’estetica naturale e sobria. È un tavolo pensato per durare nel tempo, facile da assemblare e ideale come spazio creativo quotidiano🎨.
Avevo bisogno inoltre anche di una credenza per mantenere documenti e materiali 📂sempre in ordine. Per questo ho aggiunto la credenza Office Rovere, che si abbina perfettamente al tavolo nello stesso stile Japandi.
Con le sue dimensioni (60 cm di altezza📏, 150 cm di larghezza↔️ e 42 cm di profondità↕️), offre un cassetto, un archiviatore con apertura centrale e due ripiani che formano quattro spazi aperti ideali per l’organizzazione.
Hacking Tugó
Un altro aspetto positivo è che, avendo l’interesse in futuro di hackerare mobili, la varietà dei prodotti disponibili su Tugó sembra essere la base perfetta per avviare progetti in stile "Ikea Hack". Questo termine si riferisce alla pratica popolare in cui le persone modificano, personalizzano o trasformano i mobili per adattarli alle proprie esigenze.
Il movimento "Ikea Hack" ha iniziato a diffondersi nel 2006, quando la copywriter malese Mei Mei Yap ha creato il sito web Ikeahackers.net. Questo sito web è diventato rapidamente un punto di riferimento per le persone che desiderano personalizzare i mobili Ikea e trasformarli in pezzi unici, ispirando una vasta comunità di creativi e appassionati di “Do it yourself” (DIY) in tutto il mondo.
Ecosistema creativo
Spero con il tempo di creare un ecosistema creativo in cui ogni oggetto dialoga con il resto, ogni superficie diventa occasione per lavorare, sperimentare o riposare.
Il mio hackerspace domestico non è un punto di arrivo, ma un work-in-progress: ogni mobile, ogni pianta, ogni dettaglio contribuisce a un organismo vivo che cresce e si trasforma insieme ai miei progetti. In fondo, costruire uno spazio creativo significa soprattutto costruire un modo nuovo di abitare la propria immaginazione.
Sitografia🔗
[0] Redazione, Tugó abrió tienda y quiere más, El Colombiano, 14/04/2011
[1] Mitch Altman, How to Create a Hackerspace, Make, 7/08/2012
[2] Jennifer Cooper, Designing a School Makerspace, Edutopia, 30/09/2013
[3] Massimo Menichinelli, How to Build a FabLab, Shareable, 14/10/2013
[4] Parker Thomas, 6 Things to Consider Before Starting a Makerspace, EdSurge, 10/10/2014
[5] Michele Maffucci, Volete creare un makerspace? Un manuale che vi spiega come fare, Blog, 30/04/2014
[6] Colleen Graves, Starting a School Makerspace from Scratch, Edutopia, 16/07/2015
[7] Jules Yap, How did IKEA Hackers start?, Linkedin, 23/07/2015
[8] Moritz Walter, How to set up and run a Makerspace, Hachaday, 16/06/2016
[9] Starting a Makerspace? Your Beginner’s Guide, Smithsystem
[] High School Makerspace Tools & Materials, Makerspace, 8/03/2016
[10] Redazione, Una marca que crece, Interio, 24/01/2017
Bibliografia📖
[0] Make Community LLC, The Makerspace Workbench: Tools, Technologies, and Techniques for Making, Make, 2013
[1] Make Community LLC, Make: Tools: How They Work and How to Use Them, Make, 2016